Secondo uno studio del World Economic Forum, il 65% dei bambini di oggi da grande farà un lavoro che ancora non esiste. L’evoluzione digitale sta mutando profondamente la società, il mercato del lavoro e di conseguenza anche le figure professionali richieste da aziende e pubblica amministrazione. Questa tendenza, sommata a una situazione economica a livello internazionale ancora molto incerta, pone non pochi interrogativi sul futuro dei giovanissimi. Secondo le analisi Istat si attesta a oltre il 25% la percentuale di ragazzi scoraggiati che non studiano e non cercano lavoro. Invece, a maggior ragione in questo momento, per emergere serve una preparazione specialistica, un bagaglio di esperienze formative, anche internazionali, oppure un’idea vincente da trasformare prima in startup e poi in azienda di successo. Chi l’avrebbe mai detto solo quindici anni fa che un team di ventenni sarebbe riuscito a guadagnare milioni di dollari da una piattaforma come YouTube? O come immaginare, solo cinque anni fa, nuove figure come gli “influencer” che guadagnano cifre a molti zeri grazie ai social? I nostri giovani devono essere pronti ad affrontare un mondo in continuo a rapido mutamento ed è importante pensare fin da subito a quali opportunità la famiglia vorrà garantire loro.
La formazione è un’arma vincente
Uno dei principali strumenti per avere successo è la formazione. Esisteranno anche in futuro professioni “classiche” come il medico, l’ingegnere o il notaio, ma saranno affiancate da una lunga serie di “nuovi” lavori e nuove specializzazioni. Persino nel settore manifatturiero in cui l’Italia eccelle, è in atto una vera e propria rivoluzione digitale: si parla oggi di Industria 4.0, che ha portato le nuove tecnologie anche nei macchinari delle piccole aziende manifatturiere. Gli addetti alle mansioni più semplici devono ormai possedere conoscenze tecniche specifiche. Per preparare i più giovani alle sfide di un mondo in rapida evoluzione sono sorte negli anni nuove opportunità: istituti di formazione tecnica post-diploma, corsi professionalizzanti, nuovi indirizzi di laurea e di dottorato. E per chi ha già un’idea imprenditoriale anche corsi specifici per mettere a punto e realizzare il proprio progetto.
Autoimprenditorialità, una strada sempre più possibile
Una strada sempre più battuta dai giovani è la creazione di una startup. Nelle classifiche delle persone più ricche del mondo una buona parte è rappresentata da coloro che hanno avuto l’idea di creare servizi o piattaforme che prima non esistevano. Molti bambini di oggi, domani potrebbero avere un’intuizione che cambierà la loro vita. Per questo motivo anche in Italia sono nati molti “incubatori” di impresa che aiutano a mettere a fuoco il proprio progetto, insieme a percorsi di “accelerazione” delle startup che sostengono le aziende nei primi anni di vita aiutandole a spiccare il volo.
Esperienze: imparare le lingue, imparare a crescere
Sia che si punti sulla formazione specialistica per trovare un lavoro oppure che si scelga di creare un’attività propria, avere un ricco bagaglio personale di esperienze può fare la differenza. I soggiorni all’estero ad esempio sono fondamentali per imparare altre lingue, ma anche per aprire la mente grazie alla scoperta di diverse culture e mentalità. Ai periodi di studio o di vita all’estero si possono aggiungere esperienze di volontariato, il servizio civile, l’alternanza scuola-lavoro e gli stage, persino lo sport: sono tutti elementi utili ad arricchire il bagaglio di competenze dei nostri ragazzi.
Come garantire un futuro ai nostri bambini
Per contribuirea far avverare i sogni dei bambini, neo genitori, zii e nonni possono pensare a dei piani di risparmio da regalare ai piccoli di casa. Un gesto che può dare ai bambini di oggi un capitale o una rendita mensile da spendere domani per la formazione o la realizzazione dei propri progetti attraverso uno strumento duttile e conveniente, attivabile già alla nascita (o entro i 12 anni) e che scade al compimento dei 20 anni.
Questi strumenti possono attribuire dei vantaggi se allo scadere della polizza il rendimento scolastico del giovane assicurato è in linea con gli standard e in caso di mancanza o invalidità permanente del genitore che ha attivato la polizza la compagnia si può fare carico direttamente dei premi che rimangono da pagare portando a scadenza il pagamento delle rate mancanti.
Il futuro dei nostri figli è troppo importante e va costruito giorno per giorno: non possono essere lasciati soli. Con poco sforzo possiamo regalare loro un punto sicuro dal quale partire domani per realizzare i propri sogni e garantirsi un futuro sereno e di successo
A volte può essere sufficiente anche una piccola distrazione per commettere un sinistro o un’infrazione del codice della strada quando si è alla guida di un veicolo. Ecco perché gli operatori del settore hanno messo a punto una serie di app e dispositivi con lo scopo di fornire un concreto supporto a tutti i guidatori perché, come sappiamo, non è sufficiente dotarsi di una buona Rc Auto per sentirsi protetti.
A questo proposito il Corriere.it solamente qualche giorno fa ha raccolto una serie di utili innovazioni e best practice con la volontà di aiutare gli automobilisti ad evitare sanzioni e rischi. Una tra le principali criticità evidenziate in questo contesto riguarda i limiti di guida; fortunatamente le auto moderne dispongono di sistemi in grado di tenere sotto controllo l’andamento del veicolo in modo più semplice come, ad esempio, il cruise control che permette di mantenere costante la velocità. Questo strumento, oltre ad essere una facilitazione in materia di sicurezza sulla strada, permette anche di mettere a riparo la propria patente e il proprio portafogli da sanzioni provenienti da tutor e autovelox.
Alcune auto, poi, dispongono di particolari sistemi acustici e visivi avanzati che, al superamento del limite, inviano un segnale al guidatore per avvertirlo del rischio che sta correndo. Andando poi su vetture più attrezzate possiamo segnalare anche l’occhio elettronico: si tratta di una sorta di telecamera capace di leggere i cartelli sulle careggiate e riportare il limite sul cruscotto in modo che il conducente abbia sempre ben in vista la velocità adeguata a cui andare.
Viaggiare in sicurezza, comunque presenta anche vantaggi degni di nota sul fronte della convenienza e non solo nel caso in cui si evitino multe per non aver rispettato i limiti di velocità. Mantenere un andamento costante alla guida di un veicolo fa infatti risparmiare carburante e contribuisce a ridurre le emissioni nocive nell’ambiente.
La Camera e il Senato hanno approvato in via ufficiale solamente qualche giorno fa il disegno di legge che vede l’obbligo per gli automobilisti con a bordo un bambino la dotazione di seggiolini antiabbandono. A partire dal 1 luglio 2019 in Italia ogni genitore che intende trasportare all’interno della propria auto un bambino dovrà necessariamente munirsi di tale dispositivo di assistenza.
Non più solo premi dell’Rc Auto, bolli e revisioni, tra qualche mese i genitori guidatori della nostra Penisola dovranno fare i conti con questa grande novità che si caratterizza per essere un ulteriore passo in avanti verso una maggiore sicurezza sulle carreggiate. Sarà il Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti che adesso dovrà definire le specifiche tecniche che questo seggiolino con sensore dovrà avere.
Si tratta in realtà di un prodotto già presente sul mercato, messo a punto da alcune aziende produttrici di seggiolini in collaborazione con grandi marchi specializzati in dispositivi mobile, ma a mancare fino a questo momento era stato l’obbligo legislativo. A partire dalla prossima estate il seggiolino anti abbandono diventerà obbligatorio per tutti coloro che trasportano bambini fino ai 4 anni e sarà indispensabile che tale strumento rispetti tutta quella serie di caratteristiche che ne faranno un oggetto omologato. La strada è ancora lunga, mancano una serie di tappe essenziali di questo iter, ma adesso se ne intravede una fine; tra le proposte più interessanti in questo senso che dovranno essere valutate c’è la possibilità da parte del Ministero di creare uno specifico fondo, con lo scopo di aiutare nel concreto i genitori nell’acquisto di tale bene.
Questo semplice dispositivo è stato studiato per rilevare la presenza di un bambino attraverso un sensore, ma le opportunità che le nuove tecnologie e gli stessi smartphone offrono sono molteplici. Si potrà, ad esempio, collegare il proprio telefono al veicolo in modo da far partire un allarme se il bambino venisse chiuso nell’auto, fino alle possibilità di geolocalizzazione del mezzo con l’invio in automatico di messaggi ad una serie di destinatari.
Guai a circolare senza assicurazione o con l’assicurazione auto scaduta: l’art. 193 del Codice della Strada obbliga infatti gli automobilisti a dotarsi di una polizza assicurativa di responsabilità civile (la cosiddetta Rc auto), pena una pesantissima sanzione pecuniaria e il sequestro del veicolo.
Il contratto di assicurazione auto va rinnovato alla scadenza (in genere ogni anno, ma ci sono polizze di diversa durata): entro 30 giorni prima della decorrenza dei termini gli automobilisti ricevono dalla propria compagnia assicurativa un promemoria con l’invito a rinnovare. A questo punto si aprono due strade: si può continuare con la medesima compagnia, stipulando con essa un nuovo contratto, o sceglierne un’altra che magari propone condizioni più vantaggiose. Se si opta per la seconda soluzione non c’è bisogno di inviare alcuna disdetta alla vecchia compagnia, visto che il vincolo si esaurisce in via naturale alla scadenza della polizza (una volta, quando c’era ancora il tacito rinnovo, la procedura era decisamente più complicata).
Quanto va effettuato il rinnovo dell’assicurazione auto? Ovviamente entro la scadenza, ma la legge concede una sorta di periodo di tolleranza della durata di 15 giorni. In pratica, per ovviare a possibili ritardi burocratici o ad eventuali dimenticanze, la vecchia polizza resta valida per i 15 giorni successivi alla data di scadenza, decorsi i quali, se non si è ancora provveduto al rinnovo, viene definitivamente meno la copertura assicurativa. Ricordiamo che dopo le recenti novità in tema di dematerializzazione dei documenti, gli automobilisti non sono più obbligati ad esporre il tagliando dell’assicurazione sul parabrezza. Tuttavia sono tenuti a tenere sempre a bordo il certificato di assicurazione, che è il documento ufficiale per attestare l’esistenza di una regolare copertura Rc auto.
Come anticipavamo all’inizio, le sanzioni in caso di guida senza assicurazione obbligatoria sono piuttosto pesanti: il codice prevede infatti una multa da 841 a 3.287 euro e il sequestro del veicolo (con spese di prelievo, trasporto e deposito a carico del proprietario). La multa viene ridotta del 30% se pagata entro 5 giorni dalla contestazione o ad ¼ se si sceglie di demolire la vettura (in questo caso entro 30 giorni).
Si aggiornano i massimali RC Auto, che dallo scorso 11 giugno applicano soglie massime più alte di quelle in vigore dal 2012. Gli importi passano dai 5 ai 6,070 milioni di euro per i danni alle persone e da uno a 1,22 milioni di euro per quelli alle cose.
La modifica è obbligatoria in base all’articolo 128 del Codice delle Assicurazioni, che prevede l’adeguamento (ogni cinque anni a partire dal 12 giugno 2012) delle somme all’IPCA, l’Indice dei Prezzi al Consumo Armonizzato per i paesi dell’Unione Europea. Ricordiamo che per massimale si intende il livello più alto che la compagnia si impegna ad erogare in sede di risarcimento: oltre questo valore è l’assicurato a rispondere di tasca propria per i danneggiamenti prodotti.
Dunque i nuovi ammontari consentono all’intestatario della polizza di godere di maggiori garanzie di copertura, in grado di indennizzare danni di entità superiore rispetto al recente passato.
Gli attuali importi di 6,070 e 1,22 milioni di euro avvantaggiano le categorie di automobilisti che hanno maggiori possibilità di provocare o essere coinvolti in incidenti, come ad esempio i neopatentati e coloro che percorrono per lavoro chilometraggi elevati.
I nuovi massimali non sono le uniche novità del 2017 in tema di risarcimenti. L’approvazione del Ddl concorrenza, di cui si può leggere nell’articolo “Ddl concorrenza, il decreto si avvia a diventare legge”, rivede il calcolo dei danni non patrimoniali che per essere quantificati utilizzeranno le tabelle di Milano su tutto il territorio nazionale. Questo iter dovrebbe garantire alle vittime dei sinistri rimborsi più equi e allo stesso tempo diminuire i costi sul sistema assicurativo.
Il Disegno di legge prevede sconti sui contratti che accettano clausole antifrode. Si tratta di condizioni che verranno rispettate grazie all’ispezione preventiva del veicolo o al montaggio sulla vettura di alcuni dispositivi, come ad esempio la scatola nera. La spesa per installare black box non graverà sugli automobilisti e le rilevazioni costituiranno prova nei procedimenti civili – con il vincolo per la compagnia di utilizzare i dati solo in occasione dei sinistri e non in maniera continuativa.
I bonus riguarderanno anche i guidatori virtuosi, vale a dire coloro che non hanno provocato sinistri negli ultimi 4 anni e che risiedono nelle province con alti tassi di incidentalità. Tutti gli sconti saranno determinati dall’IVASS, Istituto per la Vigilanza sulle Assicurazioni, tramite un regolamento da emanare entro 3 mesi dall’entrata in vigore della legge.
Per quanto riguarda i testimoni di un sinistro, cambia l’iter per la loro identificazione: in caso di soli danni materiali dovranno risultare dal primo atto formale del danneggiato nei confronti dell’impresa. Dunque, il riconoscimento dei testimoni non potrà più avvenire alla richiesta di risarcimento.
In seguito alle recenti e numerose novità nell’ambito delle assicurazioni auto, dal 18 ottobre 2015 il contrassegno assicurativo cartaceo che fino ad allora andava esposto sul parabrezza delle vetture per attestare l’avvenuta stipula della polizza RC auto, non è più necessario. Il controllo sulla regolarità assicurativa del veicolo viene oggi effettuato in tempo reale incrociando telematicamente i dati presenti nei database delle Forze dell’ordine, del Ministero dei Trasporti e della Motorizzazione Civile.
Se il contrassegno auto non è più indispensabile, resta tuttavia l’obbligo di avere al seguito il certificato di assicurazione, ovvero quel documento rilasciato dalla compagnia di assicurazione che certifica appunto l’esistenza della copertura assicurativa. Il motivo è duplice: in caso di malaugurato sinistro, il certificato riporta tutti i dati relativi alla polizza di assicurazione necessari alle autorità o fondamentali per la compilazione del CID. Inoltre, qualora le Forze dell’ordine non abbiano modo di verificare col sistema telematico la presenza di una regolare copertura assicurativa, il certificato è l’unico documento che può dimostrare all’istante la regolare stipula della RC auto.
Ricordiamo che dal 1° settembre 2016 non è più necessario tenere nel proprio veicolo copia cartacea in originale del certificato di assicurazione: infatti, in sede di controllo, l’assicurato è libero di esporre il certificato in formato digitale direttamente dal proprio smartphone, oppure può esibirne una copia cartacea anche non in originale.
Il mancato rispetto dell’obbligo di conservazione in auto del certificato di assicurazione, in uno qualsiasi dei formati previsti, comporta una sanzione di 41 euro, oltre alla richiesta di presentare il documento alle autorità preposte entro un termine stabilito. Chiunque invece sia del tutto sprovvisto dell’assicurazione di responsabilità civile per i veicoli a motore, è soggetto alla sanzione amministrativa del pagamento di una somma da 849 a 3.396 euro, oltre al sequestro del mezzo.
L’11 ottobre 2017 scatterà per gli avvocati l’obbligo di dotarsi di un’assicurazione RC professionale, e in vista di quella data la Cassa Forense, che ha già stipulato numerosi accordi con varie compagnie assicurative per offrire prodotti convenzionati ai propri iscritti, ha chiesto che le polizze siano in linea con quanto stabilito dal Decreto Ministeriale 22 settembre 2016, nel quale sono state fissate le condizioni essenziali e i massimali minimi delle polizze assicurative a copertura della responsabilità civile e degli infortuni derivanti dall’esercizio della professione di avvocato.
Come si legge sul Quotidiano del Fisco del Sole 24 Ore, il DM ha chiarito con estrema precisione alcuni punti che la polizza RC professionale deve prevedere (retroattività illimitata, massimali, distinzione tra colpa lieve e colpa grave, ecc.), mentre per altri aspetti, come l’impatto sulla polizza in caso di sinistrosità, il tipo di franchigia e l’ultrattività per gli eredi, ha lasciato un margine di discrezionalità tale che da un’assicurazione all’altra si possono trovare condizioni molto diverse.
“Molte garanzie che le compagnie stanno proponendo sono in linea con il decreto”, ha confermato Immacolata Troianiello, coordinatrice della commissione convenzioni del Cda di Cassa Forense, “Ma alcune clausole lo sono soltanto in modo parziale. Noi vogliamo invece che siano esplicitate chiaramente tutte le specifiche garanzie come per esempio la responsabilità civile verso terzi, per colpa e per colpa grave, nella quale deve essere precisato in modo più netto che con “terzi” si intendono sia i clienti sia terzi in senso lato”.
Altri aspetti su cui, in questa fase transitoria, la Cassa Forense ha chiesto alle compagnie di porre particolare attenzione riguardano il passaggio da un’assicurazione all’altra e la relativa questione della retroattività illimitata, visto che prima del decreto non era automatica mentre oggi è un requisito obbligatorio per legge, il rinnovo in caso di sinistro (non tutti garantiscono il rinnovo automatico) e la franchigia, che può essere calcolata in modo fisso o in percentuale sul valore del sinistro.
Ricordiamo che l’obbligo della RC Professionale Avvocati scatta dal prossimo 11 ottobre e chi dispone già oggi di una polizza in scadenza dopo quella data, dovrà ricordarsi di allinearla alle nuove norme.
Secondo Mc Kinsey, nota società di consulenza a livello internazionale, le automobili del futuro (neanche troppo lontano) saranno sempre più connesse ad internet. Ci sarà un maggiore utilizzo dei car data ma anche degli advanced analytics che porteranno ad implementare l’attuale livello di sicurezza sulle auto, sfruttando a pieno le potenzialità della rete. Entro il 2030 i dispositivi hi-tech registreranno una diffusione altissima contribuendo a dare slancio ad un segmento di mercato che da solo arriverebbe a valere circa 500 miliardi di dollari.
Tutto ciò, come si può immaginare, avrà un grande impatto anche sul fronte dell’assicurazione auto, che dovrà necessariamente rimodularsi sulle base delle nuove esigenze dei guidatori. Senza contare poi che, la sempre più ampia diffusione di tutti questi particolari dispositivi, potrebbe portare ad un maggiore livello di sicurezza al volante riducendo drasticamente il numero di incidenti stradali.
Realisticamente sembra che saranno necessari ancora una decina di anni perché questi sistemi di nuova tecnologia entrino a pieno regime sulle vetture ma le prospettive evidenziate sono positive, specialmente se si considera lo stato attuale delle cose. I guidatori infatti sembrano apprezzare tutti quegli strumenti che facilitano l’uso dell’automobile: basti pensare ai sensori di parcheggio, presenti in più della metà dei mezzi circolanti, ma anche il navigatore, elemento ormai irrinunciabile per l’80% del campione.
Molti sono gli studi che, specialmente negli ultimi tempi, si sono occupati di indagare quali saranno le caratteristiche principali del parco auto che circolerà nei prossimi anni sulle nostre strade. Stando a quanto comunicato da un’indagine curata da KPMG le famiglie diventeranno sempre più attente all’ambiente – ed al proprio portafoglio – scegliendo sempre di più i servizi di car- sharing. È stato stimato, ad esempio, che negli Usa entro 25 anni quasi la metà delle famiglie non possiederà più un’auto di proprietà, preferendo mezzi a noleggio, pubblici o condivisi.