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RCA familiare, perché non può funzionare

Il correttivo che a pochi giorni dal voto in Parlamento è stato portato alla nuova normativa sull’assicurazione auto, quella contenuta nel decreto Milleproroghe che introduce la cosiddetta RCA familiare, secondo gli Attuari è l’ennesimo provvedimento che rischia di compromettere ulteriormente la corretta gestione del Bonus/Malus come strumento tecnico di determinazione delle tariffe assicurative.

La RC auto familiare prevede che tutti i veicoli di una famiglia, anche di tipologia diversa (comprese le due ruote), possano essere assicurati con la classe di merito più bassa presente nella famiglia stessa. Con un emendamento dell’ultimo minuto, il n. 41, è stata data alle compagnie di assicurazione la possibilità di assegnare alla polizza per il veicolo di diversa tipologia che ha beneficiato dell’assegnazione della classe più favorevole, in caso di sinistro che abbia comportato un esborso superiore a 5.000 euro, una classe di merito superiore fino a 5 unità rispetto al malus “di base” previsto in caso di sinistro.

Secondo gli Attuari il correttivo apportato in extremis sembra “finalizzato alla possibilità di una sorta di ravvedimento a posteriori. In parole semplici: ti ho concesso un beneficio perché pensavo che lo meritassi, ma se mi sono sbagliato me lo faccio restituire”.

Così come è scritto, secondo gli Attuari questo emendamento rischia di essere “più dannoso che inutile”.

Innanzitutto crea un precedente rivoluzionario nel sistema Bonus/Malus, condizionando la penalizzazione del contratto non solo all’avvenimento del sinistro, ma anche al suo importo: novità assoluta in evidente contrasto e incoerenza tecnica con gli spostamenti tra classi di merito che sono costruite in funzione del solo numero dei sinistri; anche per evitare, se si fosse legati anche o soltanto all’importo, l’attesa dei tempi di liquidazione.

Inoltre il metodo Bonus/Malus, ricordano ancora una volta gli Attuari, non è un meccanismo premio/punizione, ma un metodo di stima della rischiosità dell’assicurato basato sull’osservazione della sua storia.

Senza contare che in tutti i casi in cui vale la CARD, Convenzione tra gli Assicuratori per il Risarcimento Diretto (circa l’80% dei sinistri), l’effettivo esborso pagato non è noto alla compagnia del responsabile, in quanto è quella che assicura il veicolo non colpevole che gestisce la liquidazione. L’applicazione dell’extra Malus a posteriori previsto dall’emendamento comporterebbe quindi, per ogni sinistro provocato da un veicolo beneficiario della RCA famigliare, una onerosa, lunga e inevitabilmente confusionaria attività di verifica delle condizioni di applicabilità del “ravvedimento”, ovvero se l’importo del sinistro completamente definito supera o meno i 5.000 euro. Non è peraltro da escludere che, in assenza di una sostanziale modifica agli attuali meccanismi di comunicazione all’interno del sistema CARD (che sarebbe comunque un ulteriore onere a carico del mercato e quindi di tutti gli assicurati), molte compagnie decidano a priori, se non obbligate, di non avvalersi di questa possibilità.

Altre criticità sono secondo gli attuari legate al fatto di aver lasciato la discrezionalità alle compagnie sia in termini di applicazione o meno, sia in termini di livello di “penalizzazione”: il che allontana sempre di più la cosiddetta classe universale “CU” dall’essere poi riscontrabile dall’assicurato in termini di scala utilizzata dalla singola Compagnia. Non è inoltre fissato un orizzonte temporale massimo di osservazione per l’”attivazione” di tale possibilità; che quindi, in teoria, potrebbe colpire anche un guidatore che dopo 30/40 anni dall’aver beneficiato della norma si rendesse responsabile di un sinistro.  Infine quelle “5” classi sono state definite senza alcun supporto statistico/tecnico, senza considerare il fatto che anche con una penalizzazione di 5 classi i peggiori guidatori potrebbero potenzialmente e paradossalmente avere ancora un vantaggio, cioè ritrovarsi comunque in una classe migliore di quella che senza RC auto familiare meriterebbero.

L’Ordine degli Attuari evidenzia come non si sia ancora compreso ciò che la professione attuariale sottolinea e ribadisce da tempo: “Il susseguirsi di norme totalmente ‘atecniche’ che stanno interessando l’RC auto, e, nello specifico, la gestione del Bonus/Malus – sottolinea Giampaolo Crenca, presidente del Consiglio Nazionale degli Attuari – stanno rendendo praticamente inutilizzabile una variabile che sarebbe invece fondamentale, se correttamente gestita, ai fini di una tariffazione coerente con i più basilari principi della tecnica attuariale. Per questo ribadiamo l’urgenza di istituire un tavolo tecnico ad hoc, da tempo richiesto, che sia allargato a tutti gli esperti del settore e che possa contare anche sull’expertise degli Attuari”.

tratto da assinews

Come funziona la scatola nera Unibox di Unipol

Si torna periodicamente a parlare di scatola nera ed RCA, in merito soprattutto ai vantaggi, anche economici, derivanti dalla scelta di installare questo dispositivo in auto.

Vediamo attraverso l’esempio di Unibox di Unipol come funziona una scatola nera e a quali esigenze pratiche può andare incontro, oltre a quella di essere un mezzo antifrode.

Unipol propone in abbinamento alla RCA un dispositivo satellitare, Unibox, che unito alla garanzia assistenza stradale offre una centrale operativa attiva tutti i giorni, 24 ore su 24, per un intervento preciso e tempestivo in emergenza. In particolare poi il dispositivo Voice mette a disposizione un vivavoce integrato così da poter contattare direttamente un operatore in caso di incidente ma anche per risolvere la situazione in caso di auto in panne. Una serie di servizi di assistenza integrati sono offerti al cliente in base al tipo di Unibox scelta: SuperEasyFullVoice. L’utilizzo della scatola nera e il controllo dei dati raccolti è facilitato dall’apposita applicazione per smartphone e tablet che il guidatore può consultare.

La raccolta dati è sempre attiva, qualsiasi versione si scelga, così da consentire anche l’allarme urto alla centrale operativa, automatico quando l’incidente registrato è grave. Altri servizi attivi per tutte le versioni sono il controllo della velocità in relazione ai limiti e un sistema per ritrovare l’auto grazie alla geolocalizzazione, utile soprattutto in caso di furto. Grazie al satellite è possibile avere un alert tramite app in caso di accensione e spostamento dell’auto quando in teoria dovrebbe essere parcheggiata e ferma e altri servizi di assistenza a distanza per non trovarsi mai totalmente isolati e in difficoltà se la macchina ha dei problemi.

Per chi abita a Milano, Torino, Genova, Bologna, Firenze, Roma,Napoli, o Palermo Unipol propone KM&SERVIZI CITY, prodotto collegato all’installazione di Unibox e alla sceltadella riparazione diretta. Questa soluzione dà accesso a sconti su alcunegaranzie accessorie e a servizi di assistenza gratuita presso i partner diUnipol, MyGlass, Auto Presto & Bene e UniSalute.

Tratto da facile.it

Tariffa unica Assicurazione RC Auto: Padova +15,8% Rovigo +23,4%

I riferimenti ad una RC Auto più “equa” contenuti nella manovra di bilancio 2019 hanno acceso in questo periodo il dibattito sugli effetti che una tariffa Rc auto (e moto) unica a livello nazionale avrebbe sulle tasche degli italiani.termometro-analogico

Le tariffe assicurative sono infatti molto differenziate sul territorio nazionale e riflettono la diversa “rischiosità ambientale”, ovvero la diversa probabilità di sinistri e frodi in cui può incappare lo stesso conducente circolando con lo stesso mezzo in aree geografiche diverse. Secondo l’Osservatorio Assicurativo di Segugio.it – aggiornato a tutto Settembre 2018 – il best price RC Auto medio nazionale nel secondo semestre 2018 è pari a 446€, con un valore minimo di 297€ a Verbano-Cusio-Ossola e un massimo di 768€ a Caserta.

Sulla base dei dati dell’Osservatorio abbiamo quindi simulato quali sarebbero gli impatti dell’adozione della tariffa unica nazionale per auto e moto in alcune provincie.

Alcuni esempi ricavati dalla nostra analisi:

  • Un consumatore di Padova Spenderebbe il 15,8% IN PIÙ rispetto ad ora sulla tariffa Auto ed il 35,9% IN PIÙ rispetto ad ora sulla tariffa Moto
  • Un consumatore di Rovigo Spenderebbe il 23,4% IN PIÙ rispetto ad ora sulla tariffa Auto ed il 25,5% IN PIÙ rispetto ad ora sulla tariffa Moto
  • Un consumatore di Bolzano, con la tariffa unica, spenderebbe 108€ in più (+31,8%) per l’RC Auto e 93€ in più (+38,9%) sull’RC moto
  • Un consumatore di Milano, con la tariffa unica, spenderebbe 41€ in più (+10,2%) per l’RC Auto e 35€ in più (+11,9%) sull’RC moto
  • Un consumatore di Roma, con la tariffa unica, spenderebbe 29€ in meno (-6,2%) per l’RC Auto e 47€ in meno (-12,6%) sull’RC moto
  • Un consumatore di Napoli, con la tariffa unica, spenderebbe 296€ in meno (-33,9%) per l’RC Auto e 505€ in meno (-60,3%) sull’RC moto
Nota metodologica: simulazione effettuata ipotizzando l’allineamento del prezzo RC di ogni provincia alla media nazionale, a prescindere dalla numerosità del parco veicoli di ogni provincia.

Dati tratti da Segugio.it

 

RC auto: novità su attestato di rischio e coppie di fatto

I nuovi provvedimenti Ivass

Novità in arrivo in materia di RC auto. L’Ivass ha emanato due provvedimenti che introducono la nuova disciplina dell’attestato di rischio chiarendo, da una parte, alcuni aspetti che riguardano l’attestato di rischio dinamico e, dall’altra, il riconoscimento della classe di merito di conversione universale (classe C.U.).contrassegno-addio[1]

Novità sull’attestato di rischio dinamico. Il primo provvedimento, dicevamo, concerne l’attestato di rischio dinamico, documento essenziale nel’RC auto che serve a riassumere tutte le vicende assicurative di un soggetto. Le novità dovrebbero consentire di valutare con più precisione la sinistrosità dell’assicurato visto che, d’ora in poi, l’attestato di rischio, e dunque il premio assicurativo, dovrà tenere conto anche dei sinistri che siano stati pagati a ridosso oppure dopo la scadenza del contratto, anche nel caso in cui l’assicurato abbia cambiato compagnia e quindi si parli di sinistri pagati tardivamente. Secondo l’Ivass, in questo modo verranno rimossi i comportamenti elusivi o quelli fraudolenti, a tutto vantaggio degli assicurati virtuosi.

L’RC auto e le coppie di fatto. Il secondo provvedimento, invece, chiarisce alcuni dubbi interpretativi che riguardano la normativa vigente circa comportamenti che in passato hanno determinato alcune disparità di trattamento tra gli assicurati delle diverse compagnie. Le nuove regole introducono benefìci che vanno a favore di alcune categorie di assicurati finora trascurate come i portatori di handicap e i conviventi di fatto e quelli uniti civilmente o ancora i veicoli oggetto di leasing.

Il Codacons approva. “Con questa misura – sostiene il Codacons – anche il settore assicurativo si mette al passo con i cambiamenti della società moderna. D’ora in poi sarà possibile, anche per le coppie di fatto per esempio, godere degli stessi benefici che finora sono stati riservati alle famiglie tradizionali. È necessario però intervenire – aggiunge l’associazione dei consumatori – anche sul fronte delle tariffe, in crescita su tutto il territorio nazionale nonostante la minore incidentalità che è stata registrata sulle strade”.

Rc auto cara e disparità nord-sud secondo i dati Codacons. Secondo uno studio redatto dal Codacons stesso su dati Ivass, infatti, oggi assicurare un’auto costa in media, nel nostro Paese, 420 euro. E i prezzi, sempre secondo il Codacons, sono in crescita del 2% con forti differenze tra il nord e il sud, che continua a registrare prezzi anche doppi. Questo, sostiene il Codacons, a fronte di sinistri stradali che, in Italia nel 2017, sono diminuiti del 2,7% e con feriti in calo del 4,8%.

tratto da Facile.it

Gli automobilisti scelgono il metano

La scelta dell’auto da parte di un guidatore viene resa sempre più ardua dalla moltitudine di modelli che attualmente affollano il mercato delle quattroruote. Le preferenze possono variare in base alle diverse caratteristiche delle vetture prodotte dalle Case automobilistiche, anche se una delle più importanti resta la tipologia di alimentazione.800x533_depositphotos_36431513_xl-2015

Attualmente il settore è ancora dominato dai veicoli a gasolio, anche se a causa della necessità di abbattere le emissioni e della decisione dei produttori di sviluppare meno i motori diesel, sono in netto aumento le vendite delle vetture green.

A tal proposito, il metano è un’alternativa sostenibile ed economica rispetto ai carburanti tradizionali. A dirlo è un’indagine realizzata dal portale di annunci Automobile.it, che mette in evidenza come le immatricolazioni nei primi cinque mesi del 2018 siano cresciute del 56% rispetto allo stesso periodo del 2017. In più, il sito stila la top ten delle auto usate a metano più ricercate dai residenti in Italia sempre nel periodo gennaio-maggio di quest’anno.

I modelli Fiat tra i più venduti

La classifica dell’usato a metano vede 5 modelli del Gruppo FCA (Fiat Chrysler Automobiles) presenti nelle prime dieci posizioni: si tratta di Fiat Panda, Fiat 500L, Fiat Doblò (rispettivamente terza, quarta e quinta), Fiat Punto (settima) e Lancia Ypsilon (decima). L’auto più ricercata fa parte invece del brand Volkswagen, ed è la Golf, seguita al secondo posto dalla Audi A3. Tuttavia, se si guardano i costi di acquisto, la quattroruote di seconda mano più conveniente per questo carburante è la Punto, con un prezzo medio di 7.800 euro, mentre la più cara è la A3, che sfiora i 20.500 euro.

Quali ragioni per scegliere il metano?

La ricerca ha stabilito che queste vetture consentono un risparmio del 54% sul carburante rispetto a una vettura diesel, del 62% rispetto a un modello a benzina (a parità di chilometri percorsi). In più, le auto a metano possono usufruire dell’esenzione dal bollo e circolare all’interno delle zone cittadine dove è previsto il traffico limitato. Da non dimenticare che la trasformazione a metano di un mezzo a carburante tradizionale prevede l’attribuzione di un bonus per installare l’impianto sulle vetture Euro 3 e Euro 4. A usufruire degli incentivi, partiti lo scorso novembre, sono gli automobilisti residenti nei Comuni aderenti ad ICBI, l’Iniziativa Carburanti a Basso Impatto: per ottenere lo sconto basterà recarsi presso uno degli installatori aderenti all’iniziativa.

Un ultimo motivo (il più importante) per scegliere il metano, è legato alla salvaguardia dell’ambiente. Stando ai dati della Roadmap sulla mobilità sostenibile, il metano produce il 20% di CO2 (anidride carbonica) in meno rispetto alla benzina e non contiene polveri sottili (i cosiddetti PM10).

Qualche svantaggio per l’RC Auto

I problemi riguardano la tendenza delle compagnie di assicurazione ad applicare premi più cari. Il rincaro delle tariffe può arrivare fino al 21% rispetto alla RC Auto tradizionale, un surplus che viene giustificato dall’ANIA (Associazione Nazionale fra le Imprese Assicurative) con il fatto che le vetture a doppia alimentazione vengono usate per percorrere in media più chilometri rispetto agli altri mezzi. La tesi non convince i produttori degli impianti a basse emissioni, secondo cui la percorrenza media non supera i 15 mila chilometri annui.

Ipotizzando, ad esempio, di voler assicurare una Lancia Ypsilon 3ª serie 0.9 TwinAir 85 CV Metano Ecochic Gold per un guidatore 35enne di Napoli, in seconda classe di merito e una media di 15 mila chilometri percorsi all’anno, si spenderebbero con una delle compagnie presenti nel mercato, 694,87 euro, una copertura che applica una formula di guida esperta (conducenti con età superiore ai 26 anni). Per la versione alimentata a benzina – Ypsilon 3ª serie 1.2 69 CV S&S Gold – il costo offerto dalla stessa compagnia  è minore, vale a dire 674,63 euro.

tratto da Segugio.it

 

 

Polizze via web: come stare alla larga dalle truffe

Riconoscere le truffe online sulle assicurazioni

Le truffe e i malintenzionati non vanno mai in vacanza e per questo l’Ivass, l’Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni, ricorda a tutti i consumatori, a caccia della polizza più conveniente, il pericolo di imbattersi nelle cosiddette compagnie fantasma, ovvero compagnie assicurative non autorizzate ad operare in Italia e pertanto non abilitate al rilascio di alcuna copertura.

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L’ultimo allarme è stato lanciato dall’Istituto in occasione della segnalazione di tre siti internet che offrivano polizze Rc auto anche di durata temporanea.

In sintesi i tre siti, http://www.noiassicurazioni.it, http://www.insiemesicuri.it e http://www.feliciesicuri.it – come si legge in una nota dell’Ivass – non erano in alcun modo riconducibili a soggetti iscritti nel Registro Unico degli Intermediari (e pertanto, in sintesi, non erano autorizzati a rilasciare alcuna polizza valida).

Una volta accertato il fatto, l’Ivass ha chiesto alle autorità competenti l’oscuramento dei tre siti, ma per evitare il continuo proliferare di questi soggetti, in grado di catturare l’attenzione facendo leva su tariffe molto basse, l’Istituto ha raccomandato ai consumatori di adottare le opportune cautele nella sottoscrizione tramite internet di contratti assicurativi, soprattutto se di durata temporanea.

In pratica, prima della sottoscrizione dei contratti, è opportuno verificare che le polizze siano emesse da imprese e intermediari regolarmente autorizzati allo svolgimento dell’attività assicurativa tramite la consultazione sul sito dell’Ivass di alcuni elenchi: quello delle imprese italiane ed estere ammesse ad operare in Italia (elenchi generali ed elenco specifico per la Rc auto); l’elenco degli avvisi relativi ai casi di contraffazione, società non autorizzate e ai siti internet non conformi alla disciplina sull’intermediazione; il Registro Unico degli Intermediari e dell’elenco degli intermediari dell’Unione Europea.

L’Ivass suggerisce inoltre di verificare, sempre sul sito dell’Istituto che, nel caso in cui il beneficiario del pagamento del premio sia un intermediario, se questo formula al cliente richiesta di pagamento a favore di carte di credito prepagate/ricaricabili e/o conti bancari/postali (anche on-line), l’intermediario iscritto nel Rui sia il titolare della carta o del conto.

In generale poi, per essere sicuri di avere a che fare con operatori autorizzati, basta seguire delle norme di buon senso, stando alla larga da quei soggetti che non forniscono tutti i dati relativi alla loro identità. Come ricorda quindi l’Ivass occorre verificare che i siti internet o i profili Facebook (o di altri social network) degli intermediari che esercitano l’attività tramite internet contengano i dati identificativi dell’intermediario e quindi l’indirizzo della sede, il recapito telefonico, il numero di fax e l’indirizzo di posta elettronica; il numero e la data di iscrizione al Registro Unico degli Intermediari nonché l’indicazione che l’intermediario è soggetto al controllo dell’Ivass.

Tratto da Facile.it

Moto.app, la tecnologia che combatte le buche

Ecco la nuova app dedicata agli amanti delle due ruote

Il tema sicurezza è al centro dell’attenzione del mondo delle due ruote. E’, infatti, disponibile la nuova Moto.App, dedicata ai centauri, presentata al pubblico da Confindustria Ancma, Associazione nazionale del ciclo, motociclo e accessori, in collaborazione con l’Istituto superiore di sanità. L’app, gratuita, è disponibile per iPhone e per Android: offre tutta una serie di funzionalità utili ai motociclisti, ponendo l’accento sul tema delle buche, ormai diventate insidie per chi viaggia sulle due ruote.moto-app

L’app educativa. “L’app amplia in maniera tecnologica l’orizzonte sicurezza, arricchendolo con un contributo educativo, in modo da migliorare il comportamento dei motociclisti”, spiega Andrea Dell’Orto, presidente Ancma. Giusto, anche se il comportamento su strada dei motociclisti si dimostra già adesso alquanto virtuoso. Lo dicono i numeri, secondo cui l’Rc moto, come l’Rc auto, è in ribasso: nel primo semestre 2018, l’assicurazione moto è scesa del 3,1% rispetto a fine 2017, raggiungendo quota 334 euro: tutto merito della maggiore attenzione che i motociclisti mettono nel comportamento alla guida.

Tre livelli di utilizzo per la nuova app. Starter, Explorer e Adventure sono i tre i livelli di utilizzo. Starter permette di iscriversi associando la propria moto. L’app registra il tragitto attraverso il gps del telefono: basta lanciarla per iniziarne l’uso, ricevendo informazioni sul percorso che si effettua. Il secondo livello, Explorer, fa in modo di registrare i propri percorsi automaticamente con un piccolo dispositivo, chiamato dongle, collegato direttamente alla moto: comunica con la app tramite Bluetooth e permette di avere le statistiche più dettagliate. L’ultimo livello è Adventure: prevede l’installazione di Moto.Box (o di qualsiasi altra scatola nera) consentendo di tenere sotto controllo sia la posizione della moto che lo stato del veicolo. Con questo livello premium è possibile, inoltre, attivare un’altra funzione di sicurezza, quella che consente di ricevere l’alert (via sms ed e-mail) nel caso in cui la batteria sia scarica oppure staccata e in caso di spostamento della moto a motore spento.

Parte la campagna #Bastabuche. Per porre ancora di più l’accento sul problema sicurezza, Confindustria Ancma ha lanciato la campagna #bastabuche. Come sia sviluppato, lo spiega il direttore di Ancma, Pier Francesco Caliari. “Bastabuche si muove su due fronti: con il coinvolgimento di vari testimonial e di giornalisti, cui sarà affidato un telefonino per fotografare le buche su strade urbane, condividendole sui social con l’hashtag dedicato, e, d’all’altra parte, tramite una sezione specifica dell’app, nella quale sono inserite le foto degli utenti stessi che permetteranno di geolocalizzare le buche sulla mappa della città girandole direttamente sui device di tutti gli altri”.

Una community che comunica la mappa del territorio. Il software di Moto.App consentirà dunque alla comunità dei motociclisti iscritti di segnalare i punti critici dell’asfalto, contribuendo parecchio a mappare le buche su tutto il territorio nazionale. La logica della community, secondo Ancma, è uno dei punti forti del nuovo servizio. Nele prossime release dell’app, infatti, verranno inserite tra le funzioni quella che consentirà di creare un moto club virtuale e personalizzato, tramite cui si potranno incontrare i motociclisti che sono nelle vicinanze confrontando i progressi fatti in tema sicurezza.

Sicurezza stradale: i dispositivi che aiutano

Quando la tecnologia salva la vita

A volte può essere sufficiente anche una piccola distrazione per commettere un sinistro o un’infrazione del codice della strada quando si è alla guida di un veicolo. Ecco perché gli operatori del settore hanno messo a punto una serie di app e dispositivi con lo scopo di fornire un concreto supporto a tutti i guidatori perché, come sappiamo, non è sufficiente dotarsi di una buona Rc Auto per sentirsi protetti.

A man's hand on an automatic gearbox. Automatic shift transmission.

A questo proposito il Corriere.it solamente qualche giorno fa ha raccolto una serie di utili innovazioni e best practice con la volontà di aiutare gli automobilisti ad evitare sanzioni e rischi. Una tra le principali criticità evidenziate in questo contesto riguarda i limiti di guida; fortunatamente le auto moderne dispongono di sistemi in grado di tenere sotto controllo l’andamento del veicolo in modo più semplice come, ad esempio, il cruise control che permette di mantenere costante la velocità. Questo strumento, oltre ad essere una facilitazione in materia di sicurezza sulla strada, permette anche di mettere a riparo la propria patente e il proprio portafogli da sanzioni provenienti da tutor e autovelox.

Alcune auto, poi, dispongono di particolari sistemi acustici e visivi avanzati che, al superamento del limite, inviano un segnale al guidatore per avvertirlo del rischio che sta correndo. Andando poi su vetture più attrezzate possiamo segnalare anche l’occhio elettronico: si tratta di una sorta di telecamera capace di leggere i cartelli sulle careggiate e riportare il limite sul cruscotto in modo che il conducente abbia sempre ben in vista la velocità adeguata a cui andare.

Viaggiare in sicurezza, comunque presenta anche vantaggi degni di nota sul fronte della convenienza e non solo nel caso in cui si evitino multe per non aver rispettato i limiti di velocità. Mantenere un andamento costante alla guida di un veicolo fa infatti risparmiare carburante e contribuisce a ridurre le emissioni nocive nell’ambiente.

tratto da facile.it

Black Box: quanto sono affidabili?

Ecco le principali preoccupazioni espresse dagli operatori del settore

Secondo quanto stabilito di recente dalla legge concorrenza la tanto chiacchierata scatola nera arriverà presto a costituire prova ufficiale in caso di incidente stradale. Si tratta di una novità che ha visto il contrapporsi di pareri discordanti tra gli operatori del settore, molti dei quali si sentono dubbiosi rispetto all’affidabilità di questo strumento per decretare la dinamica di un incidente.scatola_ne_55845242

Come sappiamo, negli ultimi mesi sono molti i guidatori che hanno scelto di installare sul proprio veicolo la black box, anche a fronte delle riduzioni piuttosto consistenti sul premio dell’Rc Auto. Non solo, questo strumento permette anche di ottenere un maggior grado di sicurezza alla guida grazie al fatto di essere sempre rintracciabili in caso di necessità. Nonostante ciò, nel corso degli ultimi mesi, sono giunte numerose segnalazioni ai ministeri dello Sviluppo Economico e delle Infrastrutture a seguito dei decreti attuativi che mettono in luce le caratteristiche di questo strumento. A questo proposito un articolo de Il Sole 24 Ore si è occupato di sintetizzare le principali preoccupazioni su questo fronte degli operatori del settore.

Le maggiori criticità rispetto alla black box riguardano soprattutto la precisione e l’affidabilità nella ricostruzione delle dinamiche dei sinistri e, in particolare, la distanza di massima tolleranza che arriva a 10 metri per la determinazione della posizione del veicolo coinvolto, cosa che si rivela particolarmente utile nel localizzare un mezzo nello spazio ma non abbastanza per capire a quale distanza fosse rispetto a cose o persone oppure in quale carreggiata viaggiasse.

Su questo fronte anche l’Ania si è espressa, rimarcando la larga fiducia riposta in questi dispositivi dal momento che le scatole nere attualmente sul mercato risultano essere particolarmente efficienti. Tra i vari dubbi sollevati dalle diverse associazioni di settore rispetto alla black box c’è poi tutta la sfera che riguarda la privacy in quanto il monitoraggio costante entrerebbe in conflitto con il nuovo regolamento europeo sulla privacy.

tratto da Facile.it